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Sull’origine del caffè esistono molte leggende.

 

La più conosciuta racconta di Kaldi, un pastore di capre etiope che, un giorno, portando il suo gregge al pascolo, si accorse di quanto le sue tranquille capre diventassero piene di energia e vivacità dopo aver mangiato le bacche e masticato le foglie di un particolare cespuglio.
Kaldi decise allora di raccogliere delle bacche per portarle al derviscio: questi le gettò nel fuoco e le bacche iniziarono a emanare un aroma delizioso. Il derviscio decise quindi di preparare una bevanda, cuocendo le bacche e ottenendo un’infusione. Ben presto, l’usanza di bere caffè si diffuse tra i dervisci: le sue capacità eccitanti erano molto utili durante le veglie notturne.
Nel XV secolo questa bevanda cominciò a diffondersi in Medio Oriente e successivamente in Europa e nelle Americhe e, oggi, è uno dei principali beni commerciali che accomuna tutto il mondo.

capra e bacche

Le prime notizie sul caffè giunsero a Venezia verso la fine del ‘500, grazie ai baili (ambasciatori) della Serenissima, che vedevano in questa bevanda una grande opportunità di business. Nel 1638 arrivò a Punta della Dogana la prima nave carica di chicchi di caffè verdi, non tostati e nel 1683 venne aperta, in piazza San Marco sotto le Procuratie Nuove, la prima “bottega da caffè” col nome “All’arabo”.

 

Floriano Francesconi aprì il Caffè Florian il 29 dicembre 1720, a Carnevale appena iniziato (all’epoca iniziava a Santo Stefano), sicuramente un periodo propizio per gli affari. In origine, il Florian era composto da due semplici stanze, ma la chiave del suo successo fu, sin da subito, la personalità di Floriano Francesconi. Uomo intelligente, capace, astuto, ruffiano e di mentalità aperta, egli riuscì ad attirare una clientela illustre, facendo diventare il Florian il luogo di aggregazione degli intellettuali e dei personaggi famosi dell’epoca.

Longhi La bottega del Caffè

La bottega del Caffè, Pietro Longhi, 1750-1770 ca

Il nipote Valentino, che ereditò il Caffè dallo zio, ne seguì le orme, continuando a ospitare una clientela importante ed eterogenea e ampliando la struttura del Caffè, rendendolo più simile a come lo conosciamo oggi.

 

Nel 1750 il commediografo Carlo Goldoni scrisse “La Bottega del Caffè”, una delle rare commedie intitolate a un luogo e non a un personaggio, a dimostrazione di quanto i caffè fossero ormai popolari. Una piccola curiosità: per scrivere il personaggio del caffettiere, Goldoni si ispirò direttamente a Floriano Francesconi.

 

La notorietà del Florian continuò anche nei secoli successivi: locale fin da subito ben visto, poiché non vi era mai scoppiato uno scandalo, rimase sempre uno dei Caffè veneziani meglio frequentati. Per tutto il XIX secolo, fu il più famoso caffè letterario d’Europa, passaggio obbligato degli scrittori affermati. Aperto giorno e notte, pare servisse più di trecento tazze di caffè nelle ventiquattro ore, era frequentato da una clientela cosmopolita e famoso per l’ottima qualità delle consumazioni e il personale attento e gentile.

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Il pittore Francesco Guardi vende i suoi quadri davanti al caffè Florian, Giuseppe Bertini, 1892

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Al Caffe Florian di Venezia, Friedrich Nerly, metà 1800

La caffettiera

 

Le antenate delle prime caffettiere si utilizzavano già in Africa (jabena) e in Turchia (ibriq). In Europa, invece, non esisteva uno strumento specifico per preparare il caffè: anche qui il primo metodo fu quello di bollitura del caffè macinato, ma la difficoltà di dividere i fondi dalla vera e propria bevanda, rimase un problema almeno fino al 1800, quando fu inventato in Russia il Samovar, poi ampiamente diffusosi in Francia, soprattutto nelle case più abbienti.

 

Circa a metà del 1800 fu inventata a Berlino la Vaacum, o caffettiera a depressione, usata per preparare non solo il caffè, ma anche altre bevande calde.

 

Sempre al 1800 risale anche la caffettiera antenata dell’attuale napoletana e inventata da Morize: la caffettiera rovesciabile si diffuse soprattutto in Italia, dove venne perfezionata.

 

Nel 1884 apparve il primo brevetto di una macchina per la preparazione di caffè espresso, inventato da Moriondo, che cambiò completamente il modo di preparare il caffè: d’ora in poi, il caffè viene filtrato attraverso l’acqua che andando in ebollizione, fa salire il caffè verso l’alto. La moka, così come la usiamo ancora oggi, fu inventata nel 1933 da Bialetti.

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La miscela Florian

 

Ci sono tre principi fondamentali affinché l’espresso sia buono: l’acqua, la macchina del caffè e soprattutto la miscela utilizzata. La miscela Florian è ottenuta dalla combinazione dei migliori Arabica dell’America Centrale e del Brasile, aggiungendo un tocco del più pregiato Mysore Robusta Indiano per conferire a questo armonioso complesso un corpo intenso con note di cacao e spezie orientali. Un blend studiato per i veri intenditori dell’Espresso.

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Caffe Florian Venezia © Carlos Alkmin

I caffè speciali made in Florian

 

Fedele alla tradizione, ma sempre rivolto all’innovazione, il caffè veneziano propone speciali ricette da preparare con la sua esclusiva miscela Florian.

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